Pesante o Leggera, grande lamiera!

Nel percorrere l’ampio stabilimento della Gatta S.r.l. di Colleretto Giacosa (TO) ad un certo punto si ha la sensazione di star visitando non una, ma due aziende, tra l’altro molto diverse fra loro, tanto è evidente il divario, a livello dimensionale, fra i pezzi visibili nella coppia di reparti che costituiscono lo stabilimento stesso. Da armadi, box, racks, cruscotti, canaline, pulsantiere e quant’altro, realizzati con i classici fogli di lamiera nel formato standard di 3.000 x 1.500 mm, con spessori da qualche decimo a pochi millimetri, si passa, infatti, a massicce strutture elettrosaldate pesanti anche 20 tonnellate ricavate da lamiere da treno lunghe 12 metri e con spessori fino a 300 mm. Come tale ditta sia riuscita a distinguersi per una siffatta versatilità produttiva ce lo spiega il contitolare, ing. Marco Gatta.

Ing. Gatta, di queste due vostre attività, la carpenteria leggera e quella pesante, ce n’è una che in relazione al fatturato prevale sull’altra o in tal senso sono allineate?

Diciamo che, sotto questo aspetto, l’incidenza del fatturato è abbastanza paritetico, ma a parità di fatturato stesso, il volume di lavoro è maggiore nella carpenteria leggera non essendo influenzata da grandi pesi e quantità di materiale tipici della carpenteria pesante. Va peraltro rimarcato il fatto che la carpenteria leggera beneficia di lavorazioni con macchine tecnologicamente avanzate e che quindi restituiscono volume ed anche maggior valore aggiunto al risultato oltre al valore proprio del lavoro umano.

Sta dicendo che nella carpenteria pesante la presenza di manodopera altamente specializzata è molto più importante, visto che sono necessarie diverse operazioni manuali?

Certo, in questo reparto sono assolutamente indispensabili operatori di grande esperienza e professionalità in grado di effettuare a regola d’arte lavorazioni davvero complesse e dispendiose in termini di tempo, quali la saldatura, la molatura, il montaggio e l’assemblaggio, in cui la manualità la fa da padrona. Figure sempre più rare al giorno d’oggi, purtroppo, e dunque molto, molto ricercate.

I circa cento clienti presenti nel vostro data-base in che comparti operano, prevalentemente, e che tipo di carpenteria chiamano più in causa?

Circa l’80% ci chiede lavori di carpenteria leggera e sono imprese attive in svariati settori, fra i quali l’elettronica, l’elettrotecnica, l’informatica, la telefonia, le telecomunicazioni, la meccanica, il biomedicale, la climatizzazione, il ferroviario, il militare, l’aeronautico ecc. La parte restante, rappresentata soprattutto da grosse società produttrici di macchine utensili, ma anche di macchinari di altro genere, si rivolge, invece, a noi per le riconosciute competenze nella carpenteria pesante.

Che tipo di difficoltà vi capita di dover affrontare nel rapporto con la vostra nutrita committenza?

Il rapporto di lavoro con il cliente è basato sempre sulla reciproca stima e collaborazione. Rispetto a pochi anni fa, oggi il mercato si muove molto velocemente e spesso le tempistiche richieste sono molto strette, non sempre ottenibili. Lo sforzo economico per poter rispettare le scadenze e mantenere alto il livello di qualità non viene a volte riconosciuto dal cliente. Questo però è stato un forte stimolo per investire nel miglioramento dell’organizzazione permettendoci di raggiungere un alto livello di flessibilità. Affacciandoci a una pluralità di settori la ricerca continua di nuova clientela ci porta ad affrontare esigenze diverse, anche non confacenti alla nostra tipica attività di carpenteria, ma che ci permettono di crescere. Porto ad esempio la richiesta di “finiture da carrozzeria” di alcuni clienti che va oltre alla cura estetica tradizionale di un semilavorato di carpenteria.

E con i fornitori di macchine, invece, su cosa succede di non essere in piena sintonia?

Con alcuni fornitori in passato ci sono stati dei problemi in merito all’assistenza il che ha creato seri disagi in produzione. Nel tempo poi abbiamo avuto modo di individuare chi oltre alla qualità delle macchine sapesse garantire una rapida ed efficace assistenza, aspetto che consideriamo basilare.

 

A proposito di macchine, quali animano i vostri due reparti?

In quello della lamieristica si trovano due impianti di taglio laser, il primo a CO2 da 3.000 Watt e il secondo a fibra da 2.000 Watt con doppia torre di carico/scarico, una combinata laser/punzonatrice con laser da 4.000 Watt, cinque pressopiegatrici, da 100 a 300 tonnellate, di cui una, da 200 tonnellate e 4 metri di lunghezza, con cambio stampi automatico, una satinatrice, puntatrici e saldatrici nonché presse pneumatiche per l’inserimento di inserti PEM. Nell’area dedicata alla carpenteria pesante vi sono, invece, un impianto di taglio plasma con campo di lavoro da 24 metri x 2,5 metri e testa a cianfrinare ± 45° capace di tagliare lamiere con spessori fino a 40 mm, due impianti ossitaglio per spessori fino 300 mm, con piani di lavoro, rispettivamente, di 18 metri x 3 metri e 12 metri x 2,5 metri e una serie di saldatrici MIG-MAG.

L’ultimo vostro investimento, datato 2017, è stato il laser fibra, avete già in mente il prossimo?

Sì, ci piacerebbe acquistare una grossa fresa-alesatrice, una macchina che rappresenterebbe per noi un cambio di prospettiva, dato che riguarda il mondo dell’asportazione di truciolo. Con essa nel reparto di carpenteria pesante potremmo realizzare internamente quelle lavorazioni che adesso affidiamo a partner esterni, velocizzando le consegne.

Per chi come voi consuma elevatissime quantità di lamiera la variazione del suo prezzo può causare grandi problemi, non è vero?

Eccome, l’ultimo aumento, registrato proprio l’anno scorso, di ben il 20%, ha avuto delle palpabili ripercussioni sull’economia della ditta. In tali evenienze poi, purtroppo, la clientela non sempre è disposta a venirci incontro accettando di buon grado l’aumento che a nostra volta siamo costretti a praticare per l’adeguamento dei costi della materia prima; nel caso in cui, viceversa, il prezzo della lamiera scende di una data percentuale, essa però è molto sollecita nel chiederci una corrispondente diminuzione!

Manca poco al traguardo del primo secolo di vita dell’azienda, per il secondo cosa vorreste darle che ancora non ha?

Sicuramente una penetrazione maggiore nei mercati esteri, attualmente piuttosto scarsa, specie in Paesi europei non molto distanti da noi, come la Germania e la Svizzera. Una bella sfida che ci auguriamo presto di vincere.

Art. redatto da Mario Palmisano per la rivista “Lamiera” sezione “Meccanica News”
Novembre 2018